Fumi tossici nelle campagne foggiane. Adesso basta!

 

A cura di Emanuele Paoletta

Nella nostra provincia, e in particolare nella città di Foggia, è sempre più comune vedere grossi incendi che si propagano, a volte, per miglia e miglia; in alcune occasioni hanno raggiunto persino l’ospedale, l’istituto Pascal e l’autostrada. Ma chi ne è il responsabile? Molti contadini nei dintorni della nostra città, invece di smaltire i rifiuti secondo le norme in vigore, danno vita a mucchi (contenenti anche il PVC dei tubi che si usano per l’irrigazione delle coltivazioni di pomodoro) d’immondizia, sterpaglie e scarti dei raccolti, a cui poi viene dato fuoco. Solo l’intervento dei vigili del fuoco evita che le fiamme si spingano oltre. Tuttavia, non potendo disporre di ruspe (se si ricoprissero i roghi di terra si limiterebbe l’emissione del fumo), i pompieri sono costretti ad usare gli idranti, che spengono solamente l’incendio, ma il fumo prodotto dalla combustione con la plastica continua a diffondersi attraverso l’aria per giorni, e arriva poi fino al centro abitato. I materiali prodotti da questa reazione, diossine e idrocarburi, sono altamente pericolosi per l’uomo. La diossina Tcdd è la molecola di più spiccata tossicità: causa un’ampia gamma di effetti, tumori, tossicità a carico del sistema immunitario, del fegato, della pelle, azione mutagena ed embriotossica. È classificata nel Gruppo 1 degli agenti cancerogeni per l’uomo, dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro. La sostanza può determinare effetti negativi, anche in tempi ritardati rispetto all’esposizione. Agli idrocarburi sono associati pericoli per la salute umana quali tossicità acuta e cronica e malattie. È stato dimostrato che l’esposizione alle miscele Ipa comporta un aumento dell’insorgenza del cancro. Inoltre, le diossine hanno la particolare caratteristica di bioaccumularsi su tessuti e organi. Avvelenano noi e la terra, e dunque i prodotti che mangiamo. Già a settembre 2019 il prefetto di Foggia aveva deciso, insieme ai prefetti di altre provincie pugliesi, di mettere in atto delle strategie che consentissero di fermare queste azioni efferate, come l’utilizzo di droni e l’istituzione di un corso per educare i contadini a un corretto smaltimento dei rifiuti. Ma ad oggi sono ancora moltissimi i fuochi che vengono accesi ogni giorno. Dunque, giunti a questo punto, è necessario che la popolazione faccia pressione sulle autorità competenti, affinché intervengano per fermare questa incresciosa situazione che mette a rischio la salute di tutti i cittadini foggiani e del territorio circostante.

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