Conviene investire sul turismo, a Foggia?



Riflessione a cura di Emanuele Paoletta


La risposta è quantomeno scontata. Quindi, se avete aperto quest’articolo, o non abitate a Foggia, oppure siete stati molto, molto, molto speranzosi di leggere una risposta affermativa. Ma ahimè, mi spiace per voi, la risposta è ovviamente no. Tra le tante ricche città e luoghi storici della Capitanata, Foggia dovrebbe essere l’ultima (anzi: non prendetela proprio in considerazione) tappa (obbligata) in un viaggio nella punta dello stivale. Perché? Oltre a non curare il poco patrimonio artistico presente, Foggia è anche tristemente nota per essere la città con il più basso tasso di vivibilità d’Italia, nonché per avere una forte mafia che usura i commercianti. Alcuni beni culturali importanti, come ad esempio il villaggio neolitico ubicato nella villa comunale, masseria pantano (probabilmente federiciana), il quasi abbandonato progetto dei Campi Diomedei, il centro storico, la cattedrale, i numerosi musei, associazioni culturali, teatri, non vengono valorizzati. Anche se si volesse passare da Foggia (sempre che non se ne conosca la reputazione), si troverebbe ben poco da visitare, se non nulla, a causa di chiusure improvvise, ingressi non regolarizzati e personale inesistente nei posti d’interesse sopracitati. Solo se Foggia cambiasse radicalmente (cosa alquanto improbabile. Il cambiamento deve arrivare dai cittadini, la cui maggior parte rimane nell’inattività), si potrebbe pensare di poter mettere in atto delle piccole strategie che aiutino lo sviluppo di un po’ di turismo (si potrebbe, ad esempio, cercare di usufruire di quei fondi europei che vengono continuamente sprecati, per restituire alla cittadinanza luoghi non più visitabili, o per crearne di nuovi; si potrebbero anche inserire dei percorsi interattivi nei musei, che ormai non sono più la meta, nei giorni di ozio, né di ragazzi, né di adulti. O adibire locali che siano fruibili per l’allestimento libero di mostre di qualsiasi genere, similmente alla galleria d’arte CreoGallery, che ospita mostre temporanee) che, se non attireranno le masse, permetteranno almeno alla città di non essere dimenticata.

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